Carnevale abruzzese

Una vacanza di tradizioni, golosità, divertimento

L’Abruzzo è un luogo che ha conservato un filo diretto con il passato, non solo per i paesaggi meravigliosi e incontaminati, ma anche per le tradizioni che vengono rispettate con precisione e si tramandano di generazione in generazione: stiamo parlando di un patrimonio di beni immateriali immenso, fatto di antichi gesti, usanze, ricette, festività, modi di dire.
Ovviamente una festa antichissima e simbolica come il Carnevale non poteva mancare di sue peculiarità regionali.
Il Carnevale, festa pagana e cristiana insieme, è l’occasione per festeggiare la bellezza e l’energia della vita, per scherzare su tutto e tutti, per ridere a crepapelle, per fingersi qualcun altro, per scacciare il male.
In diverse città dell’Abruzzo si festeggiano ancora oggi dei carnevali antichissimi. Il più vicino a noi è quello di Montorio al Vomano, detto anche Carnevale Morto, perché si incentra tutto sulla morte di Carnevale, occasione, questa, che si rappresenta il giorno delle ceneri, primo della Quaresima, simulando il funerale del Carnevale appena passato, al quale le maschere vestite a lutto rendono onore con spirito burlesco e beffardo: ad accompagnare il feretro pensa la banda cittadina, che alterna marce funebri a musiche allegre.

Le feste del Carnevale iniziano dopo le celebrazioni in onore di Sant’Antonio Abate e terminano il martedì grasso.  La mascherata è un’usanza molto diffusa e consiste di varie fasi: il canto dei mesi (mesciarule, mascherata dei mesi) e il palo intrecciato (danza in cui si avvolgono nastri colorati intorno a un palo), la carnevalata (messinscena di origine medievale), la morte di Carnevale e cortei di caccavelle (dal lat. caccabus = pentola) al grido di “fora fora carnuvale.

Per tradizione, le maschere tipiche del Carnevale abruzzese sono: Re Carnevale, la Vedova (interpretata da un uomo), il Dottore, il Notaio, i Carabinieri e lo Speziale.
Re Carnevale rappresenta l’anno passato ed è un simbolo di distruzione-creazione. Il rogo del fantoccio conclude un ciclo naturale feconda la Terra con le proprie ceneri.
Tra tutte le figure della festa, meritano particolare attenzione i  Pulcinelli abruzzesi perché, oltre ad essere i più ancestrali, hanno un abbigliamento molto particolare. Infatti, presentano un enorme copricapo conico fiorito, ornato da zagarelle (nastri e lacci) e indossano un abito bianco con cuciture rosse. Immancabili sono il fischietto e le fruste per fare baccano.

Il Carnevale, oltre ad essere un’esplosione di gioia e di colori è anche una delizia per il palato di adulti e piccini. Sono diversi i dolci tipici preparati appositamente per questa ricorrenza, ma sicuramente meritano una menzione le cicerchiate e le frappe di Carnevale.

Le cicerchiate sono palline di pasta di farina, uovo, zucchero, burro e limone o liquore, fritte e poi passate nel miele a formare un mucchietto, somigliante ai legumi selvatici da cui prendono il nome.

Le frappe di Carnevale altro non sono che le chiacchiere, diffuse e apprezzate anche in altre regioni d’Italia, le strisce di farina e burro fritte e spolverate di zucchero a velo, ma spesso questa variante viene arricchita con la grappa.

Buon divertimento con il nostro Carnevale!

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