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SEXTANTIO E LA TUTELA DEL PATRIMONIO MINORE

I progetti del gruppo Sextantio nascono da un’interessante ambizione culturale: dare dignità nel nostro Paese al Patrimonio Storico Minore, al suo Paesaggio e infine a tutte le identità che caratterizzano un territorio. L’Italia, che ha come identità primaria, quella di essere il Paese della Storia “par excellence”, ha cancellato una “storia minore”, esclusa dal paradigma della classicità. La filosofia di Sextantio ha come obiettivo progettuale di fondo il rapporto di reciproca integrità tra il borgo e il territorio circostante a tutela di un paesaggio, quello dei borghi incastellati medioevali, così caratteristico dell’Italia appenninica.

Il progetto di riqualificazione prevede:
– uso esclusivo di materiale architettonico di recupero laddove spogliato o venuto meno nel tempo.
– conservazione, dove identificabile, della destinazione d’uso dei singoli vani, all’ interno dell’originaria organizzazione domestica.
– arredamento dell’arte povera della montagna appenninica tramite uso estensivo del materiale iconografico (Archivio Schoermaier).
– riproposizione, previo le dovute ricerche (Museo delle Genti d’Abruzzo), anche di alcuni aspetti delle culture materiali presenti tutt’ora nella memoria storica degli anziani, l’ultimissima generazione di un universo destinato a scomparire (cucina nei momenti di abbondanza, artigianato domestico dove erano presenti elementi simbolici e affettivi non esclusivamente asserviti alla funzione, etc.), per non riproporre folclorismi di maniera così abituali e serialmente replicati con la destinazione turistica di questi borghi storici.

L’approccio di tutela si spinge fino alla conservazione di quelle tracce di vissuto sedimentate negli intonaci, nelle stratificazioni del costruito, altrove sistematicamente “rimosse”, che rimandano al destino di povertà delle popolazioni della montagna appenninica. Questa conservazione degli interni storici del patrimonio minore, delle tracce del vissuto, considerate metodologicamente parte integrante del patrimonio da tutelare, si connoterebbe quale inedita rottura verso una tradizione della nostra cultura che ha solitamente considerato minoritario e comunque oggetto di sterilizzazione o di reinterpretazione contemporanea il fascino profondo e sotterraneo degli interni di questi borghi storici minori. Oggi questo approccio di tutela del paesaggio e del patrimonio storico, oltre al suo valore deontologico, ha dato origine a progetti trainanti l’economia dell’intero territorio a Santo Stefano di Sessanio e nei Sassi di Matera.

Frattura Vecchia di Scanno Sextantio

Frattura Vecchia di Scanno, borgo abbandonato in Abruzzo

Frattura Vecchia è una frazione del Comune di Scanno, nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Il piccolo borgo, sito a circa 1260 metri sul livello del mare, sembra abbia preso il nome dalla “frattura” che in epoca preistorica interessò il monte Genzana e formò il Lago di Scanno. Il borgo ha origini antiche: menzionato già nei manoscritti del diciassettesimo secolo con il nome di “Castello dei Numi”, la sua origine risale probabilmente al 1106, datazione più antica presente nel paese, scolpita su un antico reliquiario della chiesa. All’epoca del sisma della Marsica del 1915 la popolazione era composta da circa 350 abitanti; il borgo antico è andato distrutto, il centro nuovo fu ricostruito a valle, sicché oggi i due paesi sono denominati Frattura Vecchia e Frattura Nuova. Oggi il borgo di Frattura Vecchia non è più abitato ed è costituito da circa 75 fabbricati, di cui 45 apparenti a Sextantio (4126 mq). L’abitato si sviluppa intorno ad un piazzale in cui è collocata una fontana del 1834 e da cui si diramano quattro vicoli principali denominati: Castello, La Portazza, Zeppe di pietre, Campo di Fiore. All’ingresso del borgo è situata la piccola chiesa di San Nicola. Una torre diroccata sovrasta il borgo nel punto più alto del colle, da cui è possibile ammirare il Lago di San Domenico, il Lago di Scanno, i monti dell’Appennino Abruzzese e i borghi incasellati circostanti.

Gallery borgo di Frattura Vecchia di Scanno, Abruzzo: