I Sassi di Matera richiedono una progettualità che tenga conto dell’eccezionalità di questo patrimonio.
L’uso umano di queste grotte è stato nei millenni estremamente articolato: dalle civiltà protostoriche dell’età del bronzo alle comunità monastiche, dalla civiltà contadina e pastorale alla marginalità metropolitana. Il giudizio di valore su questi luoghi ed il loro vissuto, è stato decisamente dialettico: da “vergogna nazionale” a “patrimonio dell’umanità da tramandare alle future generazioni” (Unesco). In ogni caso luoghi, le grotte scavate per uso abitativo, sono luoghi dal richiamo ancestrale.
Il progetto culturale realizzato da Sextantio, al di là di considerazioni metodologiche e intellettualistiche, ha permesso di rendere giustizia alla primordiale essenza materica della pietra e della caverna tramite scelte, anche estreme, di conservazione degli spazi originari.
Le Grotte sono collocate nella Civita, la parte più antica dei Sassi ad estrema caratterizzazione rupestre. La struttura, essenzialmente costituita da grotte a dirupo sulla forra d’erosione che fa da letto al torrente Gravina, accoglie 18 stanze con uno spazio comune nella chiesa rupestre “Cripta della Civita”; nel progetto si è mirata la scelta di conservazione integrale degli spazi originari e delle tracce del loro uso promiscuo nella successione dei tempi, dall’uso religioso e rituale alle tracce della sussistenza agricola e pastorale.
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